Dani Alves cambia la sua strategia insieme agli avvocati difensori e studia il modo più efficace per difendere la sua posizione dalle accuse di violenza sessuale.
L’ormai ex difensore 40enne, Dani Alves, da inizio anno è in prigione a Barcellona, dov’è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una giovane ragazza. Lo stupro sarebbe avvenuto il 30 dicembre 2022, all’interno di una discoteca, precisamente nei bagni della stessa. Dopo ripetute richieste di libertà provvisoria, l’ultima è stata rigettata lo scorso giugno per rischio di fuga. Per cui il giocatore è tutt’ora nel penitenziario catalano Brians 2.
In tempi recenti però sarebbe stata modificata la strategia per difendersi dalle accuse. Secondo ‘La Vanguardia’, il brasiliano avrebbe cambiato avvocato difensore. Ha interrotto così la collaborazione col legale Cristobal Martell. Il testimone sarebbe passato a Ines Guardiola per decisione stessa dell’avvocato. Le indiscrezioni raccontano che Martell non credesse più alla causa, considerandola già persa. Mentre un’altra frangia ritiene che sia stata la Guardiola a chiedere di poter collaborare sulle sorti del calciatore.
Ciò che è indubbio è il cambio di strategia che avverrà. Ines Guardiola sarebbe rimasta contrariata dai ricorsi presentati dal collega che l’ha preceduta, circa la possibilità di offrire la detenzione preventiva a Dani Alves. Il fatto che per più volte sia giunto un no, ha fatto storcere il naso all’avvocato circa l’efficacia della strategia adottata.
Dani Alves cambia avvocato: nuova strategia difensiva per l’ex calciatore brasiliano
A inizio 2024 dovrebbe temersi il processo e Dani Alves intende arrivarci predisponendo un sistema difensivo dalle accuse più incisivo e meno aggressivo. Finora l’avvocato Martell aveva preso spunto da un caso del collega Agustín Martínez Becerra relativo a uno stupro avvenuto nelle Sanfermines nel 2016. La vittima veniva messa in discussione in ogni dettaglio del suo racconto. Si sarebbero create così dure prove psicologiche, che l’avrebbero indotta a confessare eventuali falsità sul suo resoconto.
L’idea era dimostrare che lo stato mentale della giovane donna, in cura psicologica da quando sono avvenuti i fatti denunciati, non fosse compatibile con quello di una persona che ha effettivamente subito uno stupro. Si sarebbero così messe in discussione varie parti del racconto. Fino a minarne la credibilità. Con Ines Guardiola un programma d’azione così cruento dovrebbe essere abbandonato. Si favorirà un piano più tecnico. Si baserà sulla confutazione delle prove e non sul discredito della presunta vittima.