Il mondo dello sport italiano piange per la scomparsa di una grande icona: disperazione e dolore tra molti tifosi.
Un’altra icona dello sport italiano se n’è andata. I tifosi piangono per la scomparsa di un atleta che ha dato moltissimo a uno degli sport più popolari nel nostro paese, riempendo la sua bacheca di successi e portando grande lustro anche alla nostra Nazionale.
La notizia della sua dipartita è arrivata solo in queste ore. Purtroppo la morte è avvenuta in circostanze tragiche. A portarlo via non sono state cause naturali, bensì un incidente drammatico che ha interrotto improvvisamente la sua vita, lasciando un vuoto enorme in tutte le persone che lo conoscevano.
Classe 1939, Nino Cescutti aveva 84 anni. Ricordato da tantissimi amanti del basket italiano per i trionfi conquistati in carriera, l’ex grande cestista è stato suo malgrado vittima di un incidente lo scorso venerdì 20 ottobre a Udine.
Friulano di nascita, Giambattista Cescutti, conosciuto da tutti come ‘Nino’, era tornato da pochi mesi a vivere nella sua città natale, dopo aver trascorso buona parte della sua carriera altrove. Purtroppo nella serata del 20 ottobre è stato però investito da un’auto all’altezza di via Colugna, mentre stava attraversando sulle strisce pedonali.
Inutile i soccorsi immediati da parte del 118. L’ex icona del basket italiano, trasportata d’urgenza all’ospedale Santa Maria della Misericordia, ha purtroppo perso la vita poco dopo l’arrivo al pronto soccorso.
Morto Nino Cescutti, leggenda della pallacanestro italiana
Grande protagonista del basket italiano tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, Cescutti in carriera riuscì a vincere due scudetti e a guadagnare altri primati onorevoli. Fu il primo friulano, ad esempio, a essere convocato in Nazionale.
Aveva solo 19 anni quando per la prima volta venne chiamato a vestire l’azzurro. E non rimase l’unica, considerando che partecipò con la nostra rappresentativa anche ai Mondiali nel 1963 e a due edizioni degli Europei, nel 1963 e due anni più tardi, nel 1965.
Girovago per necessità, come molti altri cestisti sia in quegli anni che attualmente, Cescutti aveva fatto le fortune dell’Olimpia Milano, di Pesaro, di Varese e anche della sua Snaidero Udine, la squadra di casa.
In particolare, era stato protagonista nel trionfo di Milano del 1959 e di quello di Varese nel 1964, riuscendo quindi a far suoi anche due prestigiosi trofei internazionali, una Coppa Intercontinentale e una Coppa delle Coppe, entrambi nel 1966 e sempre con la casacca di Varese.
Guardia da ben 4227 punti messi a segno in Serie A, Cescutti dopo il ritiro aveva tentato bissare i suoi successi anche come allenatore. In panchina aveva guidato il Federale Lugano, conquistando un campionato e una coppa svizzera, ed era quindi tornato a casa per guidare Udine nel 1984-85, senza riuscire a evitare la retrocessione per i friulani.