La notizia ha letteralmente travolto l’Argentina, anche perché si arricchisce di particolari che generano timori di vario tipo.
La sua storia d’amore con l’Italia ha conosciuto più tappe, che hanno accompagnato l’interezza della sua carriera. Prima il Catania, all’esordio del calciatore nell’emisfero europeo nel 2010, poi l’Atalanta e infine il Monza. Il Monza giunto in un momento del tutto inaspettato, dopo aver concluso l’esperienza a Siviglia con la rescissione del contratto in essere.
Si tratta del Papu Gomez, centrocampista offensivo argentino, che a 35 anni ha scelto nuovamente la Serie A per mettersi in discussione, offrendo un contributo di qualità ed esperienza alla formazione di mister Palladino. Un accordo inizialmente per una sola stagione, dopo il tesseramento a parametro zero.
L’illusione di vedere il tocco magico e rapido dell’argentino è durata molto, troppo poco. Appena qualche giorno fa, il 20 ottobre, Papu Gomez ha ricevuto una squalifica di due anni a causa del risultato positivo a un controllo antidoping, effettuato esattamente un anno fa, quando era ancora un tesserato del Siviglia. Un fulmine a ciel sereno, che in un baleno ha colpito tre nazioni differenti: Italia, Spagna e chiaramente Argentina.
Il giocatore è risultato positivo a una sostanza, tale terbutalina, e l’avrebbe appreso a poche ore dalla finale di Coppa del Mondo, valida per Qatar 2022, disputata e vinta proprio dalla sua Nazionale contro la Francia. A lanciare la fragorosa indiscrezione è il quotidiano locale ‘Ole’ e da quel momento si è scatenato un vero e proprio putiferio in Argentina. D’altronde, Papu Gomez non ha disputato alcuna gara amichevole dopo i Mondiali né le quattro sfide valide per le qualificazioni alla kermesse del 2026. Unendo i puntini, viene fuori uno scenario preoccupante.
Nel frattempo, si è cercato di capire il motivo dell’assunzione della sostanza. Si potrebbe trattare di uno sciroppo, destinato al figlio del giocatore, per mitigare una crisi acuta di broncospasmo.
Tuttavia, Papu Gomez l’avrebbe assunta senza consultare il medico e/o la società per la quale era tesserato. A questo punto appare molto sospetto che la sanzione sia arrivata a un anno di distanza dall’accaduto, senza tra l’altro la ricerca di controprove. La certezza è che non c’è alcun rischio per l’Argentina.
Secondo le normative, il trofeo di Qatar 2022 potrebbe risultare in pericolo soltanto se positivi al doping risultassero già di due giocatori, durante il torneo. Ciò non è accaduto e quindi non c’è rischio, ma la faccenda ha troppi e preoccupanti chiaroscuri.
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