Contro Macedonia del Nord e Ucraina la Nazionale italiana si giocherà il pass per il prossimo europeo: ma ecco cosa manca al ct Spalletti
L’appuntamento è di quelli importanti, contro l’incubo Macedonia del Nord, la squadra che impedì alla Nazionale all’epoca guidata da Roberto Mancini di giocarsi i playoff per Qatar 2022, bisognerà per forza vincere e mettere da parte tutte le paure.
La nuova Italia targata Luciano Spalletti deve mostrare sul rettangolo verde dello Stadio Olimpico di Roma la sua miglior versione e sfoderare i migliori calciatori che ha disposizione, tra cui quel Federico Chiesa che fin qui non ha ancora dimostrato tutto il suo valore con la maglia azzurra per via dei soliti infortuni. Il ct Spalletti, con molta probabilità, affronterà la sua sfida più importante poiché farà da preludio alla gara di Leverkusen contro l’Ucraina, la sfida da dentro o fuori degli azzurri.
Ma in casa Italia si parla anche del futuro del progetto di Spalletti, visto che i talenti a disposizione del tecnico toscano non sono così numerosi. Un problema questo che deve essere risolto quanto prima per permettere alla nostra nazionale di tornare ai fasti di un tempo.
Quando si dice che la Nazionale italiana non può vantare talenti generazionali si afferma una grande verità. Le due esclusioni consecutive ai Mondiali di Russia 2018 e Qatar 2022 dimostrano che il calcio italiano sta vivendo una crisi di identità assai profonda. Se si vuole tornare a vivere i fasti di un tempo, e quindi gareggiare alla pari con le selezioni più forti del pianeta, bisogna investire seriamente sui giovani.
Su questo concorda l’ex calciatore, oggi allenatore, Andrea Agostinelli, che ai microfoni di TvPlay ha parlato della doppia sfida dell’Italia contro Macedonia del Nord e Ucraina. Per Agostinelli non esistono più nazionali di seconda fascia, il gap si è ridotto di molto negli ultimi decenni: “Al giorno d’oggi siamo in grado di vincere contro Macedonia, Moldavia e Albania? Dobbiamo capire quanto sono cresciute le piccole e siamo calati noi“, ha detto l’ex Lazio, Napoli e Atalanta.
Secondo l’allenatore, il più grande problema è la mancanza di calciatori giovani che possano essere paragonati a stelle del calibro di Bellingham o Foden: “Prima eravamo quelli più tecnici e insegnavamo calcio, oggi invece nelle nazionali giovanili non vedo più talento‘, ha chiosato Agostinelli.
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