Il Napoli sembra aver deciso: dovrebbe essere Antonio Conte l’allenatore degli azzurri nella prossima stagione. Ecco come il tecnico leccese potrebbe cambiare la squadra partenopea
Dopo una stagione decisamente sottotono, nella quale non è stato in grado di difendere lo Scudetto conquistato nell’annata precedente, il Napoli è pronto a ripartire con nuove certezze e una linea completamente nuova. Il fallimento di questa stagione e la gestione scellerata della squadra negli ultimi mesi hanno fatto molto riflettere il presidente Aurelio De Laurentiis che, dopo aver esonerato Rudi Garcia a novembre e aver tentato inutilmente di risollevare la squadra prima con Walter Mazzarri e poi con Francesco Calzona, ha bisogno di un allenatore di ben altro livello, in grado di far tornare competitivi i partenopei nel minor tempo possibile.
Ecco perché, come pare ormai certo, il nuovo allenatore della squadra campana sarà Antonio Conte che, almeno in Serie A, è praticamente una garanzia. Il tecnico leccese ha vinto lo Scudetto ben quattro volte, di cui tre consecutive con la Juventus e una con l’Inter, oltre ad un campionato inglese con il Chelsea, ed è sempre stato noto per essere un allenatore che tira fuori il meglio dai propri giocatori, riuscendo a farli rendere al massimo delle loro potenzialità, cosa che, in questa stagione, è stato quanto di più lontano dalla realtà.
Se, quindi, l’ex centrocampista bianconero dovesse essere il nuovo allenatore del Napoli, come potrebbe far giocare la squadra? Gli azzurri vengono infatti da anni nei quali, esclusa la breve parentesi Mazzarri, hanno giocato quasi sempre con il 4-3-3, o comunque con moduli che prevedessero una difesa a quattro, schema poco utilizzato da Conte che, a parte che nei primi anni di carriera, ha sempre prediletto la difesa a tre.
Il modulo più utilizzato dal tecnico è infatti il 3-5-2, con il quale ha costruito le sue fortune alla Juventus e all’Inter e che, se dovesse riproporre in azzurro, dovrebbe adattare ad una formazione che presenta moltissimi esterni d’attacco, poco adattabili al ruolo di seconda punta, e un solo uomo, ovvero Giacomo Raspadori, che potrebbe giocare al fianco di un attaccante più classico.
Senza contare, poi, la difficoltà nel proporre calciatori come Khvicha Kvaratskhelia, punto fermo degli azzurri, o Matteo Politano nel ruolo di esterni a tutta fascia, ruolo nel quale sembra difficile anche l’adattamento di Mário Rui. Ecco perché, nel caso, potrebbe trovare molto più spazio a sinistra Mathías Olivera, ma anche l’allenatore potrebbe decidere di affidarsi ad uno schema diverso, ma non per questo nuovo.
Durante la sua esperienza al Tottenham, infatti, Conte ha utilizzato spesso il 3-4-2-1 o il 3-4-3, moduli con i quali è riuscito, ad esempio, a dare nuova linfa a un Dejan Kulusevski che alla Juventus era in seria difficoltà. Una soluzione simile potrebbe essere l’ideale anche per il Napoli che, oltre ad intervenire massicciamente per rimpolpare il reparto dei centrali di difesa, potrebbe schierare tutti i suoi giocatori offensivi più importanti, dando più imprevedibilità a Kvaratskhelia nel ruolo di trequartista e schierando lo stesso Raspadori o Jesper Lindstrøm, vero oggetto misterioso del mercato estivo partenopeo, in un ruolo più congeniale alle loro caratteristiche, alle spalle di una punta il cui identikit, con il probabile addio di Victor Osimhen, sarà tutto nelle mani del nuovo tecnico.
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